Focus principale del volume, un cartonato di dimensioni importanti e con più di 180 tra fotografie, render e schizzi di Renzo Piano, è dare conto al lettore del percorso che ha permesso di sostituire a un vuoto urbano un nuovo cuore cittadino: il quartiere Le Albere progettato a Trento dall’architetto di fama internazionale Renzo Piano.
Quella avvenuta nella parte est di Trento, come si legge nella Presentazione del volume firmata dal sociologo Presidente del CENSIS Giuseppe De Rita, «è una metamorfosi che dà a Trento un nuovo cuore ricco di vita, di cultura, di attività terziarie, di insediamenti abitativi, di giochi d’acqua, di sguardi sul fiume e sul monte». Non un cuore contrapposto a quello antico, perché il centro storico di Trento è troppo ricco e prezioso per temere rivali. Quello che è nato è un cuore diverso e complementare, che restituisce la città al suo fiume, l’Adige, e al suo monte, il Bondone, facendo di una periferia postindustriale una risorsa pregiata, una nuova e multifunzionale parte di città.
Nel primo capitolo del volume sono le parole stesse dell’architetto Renzo Piano, intervistato da Mauro Marcantoni, a guidare il lettore alla scoperta dei significati e delle suggestioni più incisive del progetto: la multifunzionalità che porta vita nel quartiere a tutte le ore del giorno, la riconnessione dell’area con il resto della città, la presenza invasiva del verde e dell’acqua, l’equilibrio tra la qualità architettonica e la sostenibilità ambientale, la creatività del progettista che si esprime in stretta correlazione con lo studio del contesto in cui si trova a operare. A corredo del capitolo, alcune immagini che illustrano altre grandi opere che Piano ha realizzato nel mondo, dal Centre Pompidou di Parigi alla sede del New York Times a Manhattan, dal Zentrum Paul Klee di Berna all’Accademia delle Scienze di San Francisco, dalla Maison Hermés a Tokyo alla Central St. Giles di Londra.
A scendere maggiormente nel dettaglio descrivendo le diverse fasi del progetto è il secondo capitolo, scritto da Maria Liana Dinacci. Un racconto a tre voci – quella di Renzo Piano, naturalmente, ma anche quella dell’architetto Susanna Scarabicchi (partner del Renzo Piano Building Workshop incaricata di seguire il progetto trentino) e dell’ingegner Walter Boller (partner di IURE) – che dall’affidamento dell’incarico a RPBW nel 2002 si snoda fino alla cantierizzazione dei primi lotti. Un racconto che sintetizza un percorso durato dieci anni, cercando di coglierne il senso complessivo e i passaggi principali: la prima visita di Piano a Trento, lo studio del contesto cittadino, le prime ipotesi progettuali, il piano guida, il piano di lottizzazione, il progetto architettonico, l’emozionante attesa che prelude alla chiusura definitiva del cantiere. Un’emozione espressamente dichiarata dallo stesso Renzo Piano: «A Trento sono dieci anni che lavoriamo, che discutiamo, che ragioniamo, ma ora è arrivato il momento più coinvolgente. Si smontano una a una le impalcature e il progetto finalmente si dischiude», ma anche dai suoi più stretti collaboratori, prima fra tutte Susanna Scarabicchi «Ogni volta che si smonta un ponteggio è uno spettacolo emozionante».
Nel terzo capitolo, viene dato spazio alle due presenze culturali che caratterizzano fortemente il nuovo quartiere: il Palazzo delle Albere, la cui storia viene ripercorsa da Alessandra Tiddia, Chief curator del Mart; e il Muse, l’avveniristico nuovo Museo delle scienze naturali, descritto direttamente dal Direttore Michele Lanzinger.
In conclusione del volume, Franco Sandri ricostruisce la storia della Michelin, la fabbrica simbolo di Trento che dal 1926 al 1998 ha garantito un posto di lavoro a generazioni di trentini e non solo, rappresentando il principale motore economico della città. Un racconto ricco di testimonianze dirette di operaie e operai che ancora oggi, in nome dell’affetto per la “loro” fabbrica che ora non c’è più, faticano a entrare in confidenza con la realtà urbana che sta crescendo al suo posto. Con quella parte di città rimasta per troppo tempo deserta e abbandonata, ma che tra pochi mesi si aprirà nuovamente alla vita per accogliere le aziende, i negozianti, i professionisti, i turisti, gli studenti, i visitatori del Muse e del Palazzo delle Albere, gli sportivi, gli amanti della natura, ma soprattutto i nuovi abitanti del quartiere.